IL FITNESS FA BENE AL CERVELLO – Dott. Fabrizio D’Agostino
IL FITNESS FA BENE AL CERVELLO
FITNESS: BENESSERE NON SOLO FISICO
Introduzione
Il fitness fa bene al cervello. Infatti è ormai dimostrato che l’esercizio fisico produce effetti positivi, a breve e a lungo temine, sul Sistema Nervoso Centrale.
Il fitness fa bene al cervello a Breve termine
A breve termine si possono riscontrare modificazioni positive sulla sfera emotiva. Il rilascio di endorfine, neurotrasmettitori sintetizzati nell’ipofisi, pancreas e testicoli, interagiscono con i recettori oppioidi µ del sistema libico (area del cervello coinvolto nei processi emotivi). Questo provoca la miglioria dell’umore. Tale sistema infatti è coinvolto nei processi di memorizzazione e nel controllo di stati emozionali quali la rabbia, il desiderio e la paura.
Il fitness fa bene al cervello a Lungo termine
Inoltre, gli effetti che si riscontrano in un periodo a lungo termine sono apprezzati per il ruolo protettivo nei confronti di vari organi ed apparati ed in particolare sul tessuto nervoso. Soprattutto l’attività aerobica (correre, camminare, ecc.) ha un’azione del tutto benefica in quanto migliora le abilità cognitive, ha un’azione antinvecchiamento cerebrale, migliora i deficit neurologici e motori causati dal alcune patologie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer e la Sclerosi Multipla.
Tali effetti sono dovuti alla stimolazione delle cellule staminali cerebrali. Già da anni si conoscono i vari meccanismi con cui l’attività fisica stimola la neurogenesi. Sono varie le sostanze neuroattive implicate in quest’azione, una delle quali si chiama IGF-1 (fattore insulino-simile di primo tipo) che viene liberato dai muscoli durante il movimento e tramite il circolo sanguigno arriva al cervello.
Studi in vitro
Una ricerca spagnola, svolta a Madrid presso l’Istituto Cajal, ha dimostrato che, durante l’esercizio fisico, l’IGF-1 circolante viene assorbito meglio dal cervello, a livello del quale stimola l’eliminazione della proteina beta-amiloide (la proteina che si accumula nei pazienti affetti da Alzheimer),e stimola la sintesi di BDNF( “Brain Derived Neurotrophic Factor “ossia “ fattore neurotrofico derivato dal cervello”).
BDNF
Questo ha la capacità di aumentare la sopravvivenza, promuovere la crescita dei prolungamenti cellulari dei neuroni (dendriti e assoni). Inoltre aumenta la plasticità cerebrale. Questo significa che aumenta la capacità di creare nuove connessioni.Inoltre proteggere l’ippocampo e la corteccia dai danni prodotti da un’ischemia cerebrale. Tuttavia anche l’alimentazione ha un ruolo fondamentale.
Gene SIRT
Recentemente i ricercatori dell’ Harvard Medical School di Boston hanno individuato e studiato un gene dal nome SIRT1 coinvolto nei processi che contrastano l’invecchiamento. Tale gene può essere attivato da una molecola chiamata resveratrolo, un antiossidante presente nell’uva e nel vino rosso. Inoltre un gruppo di neurofisiologi giapponesi ha dimostrato con studi condotti su animali di laboratorio, che un’alimentazione ricca di DHA (acido docosaesaenoico, omega-3 a catena lunga), una sostanza presente nel pesce, promuove la formazione di nuove cellule nervose nell’ippocampo. Quest’ultima scoperta è riportata su Neuroscience. Esiste quindi una rete di relazioni tra le sostanze che stimolano le staminali che proteggono il cervello, l’attività fisica ed una corretta alimentazione.
Conclusioni
Per concludere, affidatevi dunque ad istruttori qualificati. Citiamo Professori di educazione fisica e personal trainer per ricevere nozioni sempre aggiornate e con base scientifica. Questo per raggiungere un livello di fitness ottimale attraverso una sana alimentazione e un’attività fisica programmata su misura.
AUTORE: Dott. Fabrizio D’Agostino